La quinta sveglia alle 3:30 a.m. dal 2008, dura alzarsi, ma che carica di energia essere protagonisti per un giorno di un grande evento di triathlon. Ti muovi per una città semi deserta, entri in zona cambio alle 5:15 a.m. carico di adrenalina tra centinaia di persone, organizzatori, familiari e curiosi, con il tuo pass al polso vai dove vuoi!
Si parte alle 7:00 a.m. tutti insieme, un lago con un mare di gente che nuota uomini e donne senza distinzione, ironman.
Giornata caldissima già alle 7:00 a.m. c’erano 20 °C al termometro del campeggio. Stai in bici per 180 km su salite infernali con i piedi che bollivano nelle scarpe e in discese con vento caldo come un forno ventilato, ma che ricarica il giro di boa in mezzo alla gente. Prendi fiato in T2, a stento ti cambi per aver la sensazione di pulito sulla pelle e indossi una maglia bianca per non sentire il sole altre 4 ore che ti cucina, fa caldissimo cominciare a correre alle 2:15 p.m., credo 35-38 °C. Quando arrivi ai 30 km in 2 h e 50 min. devi decide che ritmo prendere per l’ultima ripetuta da 12 km, fa tanto caldo hai sempre corso, ombra non ce ne, rallenta, ma continua a correre non devi camminare. Chilometro 41 finito, il 42 ti dovrebbe entusiasmare, ma oggi non è così, ti fermi mani sulle ginocchia prendi fiato 10 sec e vai all’arrivo, saluti gli amici, indossi la maglia della squadra, giri l’angolo, ti godi il tifo, attraversi l’arco, ti fermi per foto di rito, medaglia, ghirlanda e… non riesci a stare in piedi fermo… meglio muoversi e andare a sedersi a bere un po’ d’acqua.
L’energia ti torna, ti senti più forte, sono le 6:22 p.m. e hai finito un altro Ironman. Che soddisfazione. Ti sdrai 50 minuti a recuperare e vai al dome a mangiare qualcosa, mentre aspetti i tuoi avversari e pensi a quando iscriverti al prossimo.
Che soddisfazione.
A BREVE ALTRE FOTO